lunedì 18 febbraio 2008

CONGRESSO DI "LAVORI IN CORSO"

Si è tenuta ieri, presso il Centro Civico di Vighizzolo di Cantù, la prima sessione del I° Congresso di “Lavori in Corso”. La sessione si è articolata in due parti.
Il mattino si è discussa democraticamente, il tutto è durato più di tre ore, la Carta dei Principi (appena avrò il file la pubblicherò), alla quale, con partecipazione accorata di tutti, si sono apportate parecchie modifiche dovute ad un necessario aggiornamento.
Nel pomeriggio si sono tenuti gli interventi di tipo politico, tra essi spicca quello di Claudio Bizzozero (leader indiscusso). Claudio, tra le altre cose, ritenendo che ormai non ci si possa più fermare alla sola politica cittadina, ha invitato il movimento a federarsi con il nascente “Partito d'Azione Civica”, visto che comunque questo nuovo partito nasce proprio dall'esperienza di “Lavori...” e si richiama agli stessi principi , oltre che annoverare tra i fondatori molti iscritti della Coalizione Civica canturina (anche di questo intervento appena possibile vi posterò).
Tra due domeniche si terrà la seconda sessione, che prevede tra l'altro: la discussione sullo statuto, il voto sugli interventi (quelli che il voto stesso richiedono) e la elezione della Segreteria e delle altre cariche sociali.
Vi allego nel frattempo il mio intervento.
Buona lettura, Giorgio.



“La politica dell’ascolto che parte dal basso e raccoglie le istanze delle persone, contrapposta a chi, dall’alto si accorda e, dall'alto decide.”
Questa frase è l'essenza dell'essere di “Lavori in Corso”,quanto descritto in questa frase è ciò che ci differenzia,e sempre ci differenzierà da ogni altra fazione politica.
Effettivamente il risultato raggiunto durante le ultime consultazioni amministrative oggi ci obbliga a fare sul (e consentitemi il termine) serio.
Abbiamo oggi l'obbligo di una linea programmatica stabilita in un luogo deputato a farlo con ufficialità, l'obbligo di stabilire come attuare questa linea e l'obbligo di stabilire anche dei responsabili, possibilmente,per ogni settore.
Io ho avuto la fortuna, preparando questo congresso, di partecipare ai lavori di due commissioni (chiamo così anche la seconda): quella che si è occupata della revisione dello statuto e quella (ne ho un cruccio, non è stata una commissione, ma un lavoro personale) che si è occupata della Partecipazione Popolare.
Le due strade si sono incrociate nell'attimo in cui io e Fabio abbiamo deciso di istituzionalizzare le liste di quartiere, introducendole ufficialmente nel preambolo allo statuto.

Ma in questo intervento soffermiamoci alla sola Partecipazione Popolare, a decidere se farne un reale punto di forza, a decidere su quale forma deve plasmarsi e non in ultimo se cercare di portarla in essere da soli, o cercare contributo anche da altre forze politiche locali.

Perchè parlare di Partecipazione Popolare?
Perchè se io adesso affermassi “Alzi la mano chi non si dichiara democratico”, avessi davanti mille persone, credo che potrei vedere una platea di mani incrociate. Spesso, però, dietro alle singole parole esiste un significato che scompare, con l'uso quotidiano e non ragionato dei termini. Basterebbe un dizionario per comprendere una cosa molto importante: noi non viviamo e non stiamo appoggiando una vera democrazia. In un momento nel quale si cerca di esportare la democrazia, come fosse un prodotto commerciale, addirittura, in alcuni casi, con l'uso della forza militare, si è totalmente perso il suo significato.
Fatto salvo qualche caso sporadico, il cittadino viene coinvolto solo per le elezioni, momento in cui i candidati cercano consensi nelle maniere più insensate possibili. Promettendo progetti irrealizzabili, facendo bassa demagogia, dicendo frasi brevi e senza senso, che vengano trasportate da bocca in bocca, come un assurdo gioco del telefono, per raccogliere voti.Un cittadino interessato alla vita politica vale un voto, una piazza è un grosso insieme di voti, un programma televisivo rappresenta un potenziale potentissimo di firme.
Ma si può considerare una croce su un foglio, basata su considerazioni da slogan, una partecipazione politica? I cittadini partecipano alla vita politica? Se chiedete ad una persona qualsiasi, presa a caso, se è un politico, risponderà affermativamente?
Se la risposta a questa serie di domande è sempre no, e siete convinti di quello che state pensando, allora allo stesso tempo state anche affermando che in questo momento non viviamo una vera e propria democrazia, quindi, sarà bene sistemarla, rattopparla e darle un senso.

Perchè dare un senso alla democrazia e conseguentemente alla politica?
Perchè la democrazia e la politica sono l'arte della decisione, del bene comune, e per esserlo devono nutrirsi necessariamente del pluralismo degli attori presenti nell'arena e dei loro punti di vista. La democrazia nella nostra ottica non può essere che un campo d'azione dove la reciprocità è legge, prassi, dove non esiste il contrasto tra pubblico e privato, non esiste uno scontro tra varie categorie di attori, ma esiste un “luogo” dove uomini e organizzazioni (istituzioni,associazioni culturali e religiose,sindacati, rappresentanti di varie categorie, etc. etc.) appaiono gli uni alle altre sullo stesso livello agendo e decidendo in comune. Questa democrazia è dunque il luogo del faccia a faccia. Li si regolano le questioni comuni, si trovano le soluzioni, si evitano gli scontri frontali.

Chiudiamo ora però con la filosofia e parliamo dunque di questo possibile punto di forza e vediamo se è il caso di condividerlo con altri.

Credo, personalmente, che dovremo qui votare su quale strada scegliere, innanzitutto; poi col tempo la potremo perfezionare, e poi decidere, con calma, se è meglio percorre la strada da soli o cercare compagnia.
Io vedo tre possibili alternative,significativamente diverse tra loro,vediamole e specifichiamole dove serve:

1)Quanto lo statuto comunale già ci offre.
L'art.3 del Titolo I recita così: Il Comune promuove, facilita e garantisce la partecipazione alla vita pubblica locale dei cittadini italiani, dell’Unione Europea e stranieri regolarmente soggiornanti, anche su base di quartiere o di frazione, alla realizzazione della politica comunale nei modi previsti dallo statuto e dai regolamenti.
Ma sinceramente abbiamo,credo e correggetemi se sbaglio,visto ben poco di questo sinora.
Poi in linea di massima dice pure:
“Il comune promuove e tutela la partecipazione dei cittadini, singoli o associati, all’amministrazione dell’ente al fine di assicurare il buon andamento, l’imparzialità e la
trasparenza.”
“La partecipazione popolare si esprime attraverso l’incentivazione delle forme associative e di volontariato e il diritto dei singoli cittadini a intervenire nel procedimento amministrativo.”
“Il consiglio comunale predispone e approva un regolamento nel quale vengono definite le modalità con cui i cittadini possono far valere i diritti e le prerogative previste dal presente capo.”
Tutto,credo,disatteso;anzi la nostra amministrazione ha ribaltato anche i risultati di un referendum.
Io di conseguenza dubito che potremo seguire una linea che ci porti alla realizzazione effettiva della Partecipazione Popolare basandoci su articoli dove l'amministrazione ha un potere decisionale quasi esclusivo.

2)Quali spunti ci offre la legislazione
Il nuovo art.118 della costituzione,superando le specificazioni effettuate dall'ordinamento del 1990 ha stabilito che i comuni,le province e le città metropolitane sono titolari di funzioni amministrative proprie e di quelle conferite con legge statale o regionale,secondo le rispettive competenze.Stato,regioni,città metropolitane,province e comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini per lo svolgimento di attività di interesse generale,sulla base del principio di sussidiarietà.
Ispirandoci a questa specifica noi oggi potremmo, ed il ruolo di forza di minoranza ci tutela in questo, impegnarci nell'organizzare qualcosa che si avvicini alla Partecipazione Popolare, ma comunque non di istituzionalizzato.
Mi spiego, potremmo organizzare Comitati di Quartiere che si riuniscono in Assemblee di Quartiere per discutere dei problemi del Territorio (che magari l'amministrazione sfugge), per poi organizzare tramite esse istanze, petizioni e quant'altro.
Dubito però che anche questa strada, che rischia di diventare un muro contro muro, porti a raccogliere risultati fruttuosi.

3)Un progetto da condividere
Per parlare seriamente di Partecipazione Popolare all'interno di un ambito comunale ed oltre occorre, a mio vedere, che quante più forze politiche presenti sul territorio siano interessate.
Per arrivare a questo occorre preparare almeno una bozza di progetto su cui discutere (io vi ho allegato una mia, dalla quale (non necessariamente) magari prendere spunto e cominciare a sondare se, tra le forze presenti, vi sia interesse altrui. Raggiungendo una certa unione di intenti si può provare ad inserire nello Statuto Comunale la vera Partecipazione Popolare.
Si potrebbe, una volta sviluppato un serio progetto, presentarlo in Consiglio Comunale e tentare di forzare la mano. Questa strada non credo sia ricca di fruttuosi risultati, ma ci consentirebbe di mettere con le spalle al muro l'attuale maggioranza, soprattutto chi tra loro dichiara di essere vicino ai cittadini; ci consentirebbe anche di valutare quelle che sono le reali intenzioni del resto dell' opposizione (la sinistra tanto per essere chiari): centralisti (come io credo) o dalla parte del cittadino.

4)Prepariamoci, in attesa di essere forza di governo
Abbiamo anche la via alternativa dell' attesa, dell'attesa di essere forza di governo. Sfruttare quindi gli anni che mancano alle prossime elezioni amministrative per approntare quello che ci manca: un serio progetto di Partecipazione Popolare. Dico serio perchè, sinceramente, ad ora, all'interno del nostro movimento un progetto su questo argomento io non lo ho ancora trovato!Poco più di un anno fà Sabrina Russo, all' uscita da una Messa domenicale, mi offriva un depliant informativo di “Vighizzolo Insieme”, all' istante aveva fatto la fine di ogni materiale informativo che ricevo (la tasca del giaccone) , poi dopo un paio di giorni me lo sono letto, e parlava di democrazia partecipata. Questa è stata la molla che è scattata e che mi ha portato verso “Lavori in Corso”, maaa...sinceramente...fin dalle prime riunioni sono rimasto un pò sconcertato: si parlava dei “Gruppi di Lavoro” alle riunioni generali (ed erano parecchi i gruppi), ma di un gruppo che si occupasse di questo tema ho notato subito la mancanza, e anche quando mi sono messo di mia iniziativa a svilupparne uno (malgrado l' abbia pubblicizzato) nessuno si è unito. Oggi, dopo un anno, devo essere sincero, noto ancora un certo disinteresse verso l'argomento, tanto che la commissione auspicata che doveva occuparsi di questo argomento non ha mai visto nemmeno i germogli.

In conclusione
Alla fine di questo intervento non mi rimane che esplicitare quanto da me auspicato:
1)decidere con voto, se accontentarci di quanto le istituzioni ci offrono in tema di Partecipazione Popolare o se prendere la via di un nostro progetto, serio ed articolato
2)decidere, con un secondo voto, se tenere il tutto per noi o coinvolgere le altre forze presenti nel Consiglio Comunale
Sarò sincero, nella votazione che riguarda il secondo punto,qualsiasi esito mi soddisferà; ma per quanto riguarda la prima votazione no! Il ritrovarmi in un movimento che rifiuta di progettare con serietà la Partecipazione Popolare dei Cittadini alle scelte istituzionali, sia votando no al primo quesito, sia non partecipando in massa allo sviluppo di questo progetto, mi porterà ad allontanarmi dal movimento stesso, causa l' inesistenza del motivo che ad esso mi ha fatto avvicinare. Scusate il tono polemico ma, senza il tanto ventilato “Federalismo Municipale”, la nostra Coalizione risulta un movimento eguale agli altri e quindi, secondo me, inutile. Ed ancor di più inutile risulterebbe, consentitemi questa variazione di tema, oggi, visto che nei prossimi giorni si costituirà ufficialmente il Partito d'Azione Civica, movimento che nasce anche sotto la spinta di un' ala numericamente consistente del nostro movimento, quell'ala che si riconosce con forza nella Democrazia Diretta e Partecipata. Ma di questo ne ha già parlato dettagliatamente Claudio.
Grazie per avermi ascoltato con pazienza.
Giorgio Bargna.