lunedì 24 marzo 2008

Riflessioni sulla politica


Pubblico l'ultimo mio testo presente, da qualche giorno, sul sito del Partito d'Azione Civica. Nei post a venire, diviso in diverse parti, proporrò un mio "inno" alla "Democrazia Partecipata". Buona lettura, Giorgio.

La nostra storia
Per anni nel nostro paese si è riusciti a lavorare con profitto e possibilità di migliorare ulteriormente, poi una classe politica (da definire perlomeno inetta) ha trasformato quello che viene definito "liberismo globalizzatore" in una sciagura. Sindacati compiacenti e classe politica tramite contratti di lavoro sciagurati (a termine, a favore solo delle imprese, privi di coperture sanitarie e pensionistiche, a favore solo dello "stato") hanno buttato alle ortiche anni di progresso realizzati dalle generazioni precedenti, nel campo del lavoro e del benessere sociale.
Qualcuno tra gli italiani, coloro che ancora non avevano capito che dx e sx erano facce della stessa medaglia, con l'avvento di Prodi nel 2006, pensò che fosse finita l'era del liberismo senza valori morali. Ma il centro-sinistra non si dimostrò per nulla diverso dalla "bieca" destra, anzi continuò la strada intrappesa da questa e affinò al meglio l'uso degli studi di settore (nati, invero, anni prima) in modo da poter taglieggiare al massimo i lavoratori autonomi ( e di conseguenza i loro dipendenti, il tutto con relative famiglie).
Con buona pace della Costituzione oggi le tasse vengono pagate su quanto stabilito da terzi e non sul reddito denunciato da produttore e consumatore. I veri evasori invece? Mai colpiti, avvantaggiati dalla "sciagurata" gestione dell'euro e liberi di praticare a loro piacimento economia e commercio, avvantaggiati da leggi predisposte.
Chi ha preceduto Prodi però, nei cinque anni avuti a disposizione, l'unica cosa che ha fatto con perfezione è stato il decreto (passato in esecuzione poi a Prodi) "salvaladri", che ha concesso di togliersi molti pensieri dalla testa a chi aveva pendenze con la giustizia. Il Polo delle Libertà ha,inoltre, ucciso ogni speranza di prosperità alla nostra nazione gestendo sciaguratamente la transizione dalla Lira all'Euro; nel solo periodo 2002-2003 il costo della vita è raddoppiato, 1000 lire= 1 euro, questo quando nel resto d'Europa si è intravvisto al massimo un assestamento di pochi centesimi.

Che speranza abbiamo per il futuro?
Alle nostre spalle il ricordo di una classe politica che in modo unito ha favorito, sia in recessione che in periodi di vacche grasse, l'industria, colpendo sempre invece con tasse e balzelli tutti gli altri; davanti a noi abbiamo una destra liber-berlusconista pronta ad aiutare amici di categoria e una sinistra che vive ancora di una cultura ottocentesca, che ha vissuto sino a ieri dell'antagonismo tra lavoratori autonomi e dipendenti, e che oggi scimmiotta il programma degli avversari.
Prego ogni sera che gli italiani capiscano che il sistema elettorale attuale non consente la libera scelta dei candidati, espressi dalle segreterie di partito, rendendosi così conto che non si può più parteggiare per partito preso, ma solo parteggiare per se stessi.
E' necessario dunque che ogni cittadino prenda atto che deve diventare protagonista delle scelte, partecipando in maniera diretta a quanto lo riguarda. E' giunta ormai l'ora in cui una nuova forma di governare doni la possibilità di una partecipazione continua dei cittadini nelle scelte fondamentali. Attraverso la Democrazia Partecipata (e Diretta), ogni cittadino DEVE contribuire nel governare il proprio paese, il proprio territorio. Al tempo della Rivoluzione Francese nacque un nuovo modo di intendere la democrazia, quello in cui i "Borghesi", i ricchi senza titoli nobiliari, potevano condizionare la politica delle scelte. Oggi è giunta l'ora di cambiare, che non siano solo alcuni a gestire, tutti devono oggi poter condividere e discutere, oltre che mettere in pratica, come governare la società! Tutto ciò è riconoscibile in una sola definizione: DEMOCRAZIA PARTECIPATA.
Giorgio Bargna.