lunedì 1 maggio 2017

"Populismo" o "Libero Pensiero"?

Preso spunto da una recente intervista ad Alain de Benoist, che potete leggere qui.

Si parla di “populismo”, riflettendo su quanto trattato in un convegno tenutosi sul tema, un mesetto fa, a Milano.

Non viene difficile evincere che sia davvero “la crescente diffidenza di una parte sempre più ampia della popolazione non solo nei confronti della politica ‘classica’, ma anche rispetto alle élite mediatiche, economiche, finanziarie e istituzionali, che vengono percepite come oligarchie ripiegate su se stesse e preoccupate unicamente dei loro interessi” ad alimentare quel fenomeno che i “padroni del vapore” amano etichettare quale becero “populismo”.

Ad integrazione di quanto espresso nell’articolo ritengo che non solo lo scollamento tra i partiti di sinistra ed i propri elettori abbia alimentato il fenomeno dell’allontanamento dalla fiducia verso il sistema politico; anche i partiti di destra ormai hanno deviato la propria rotta e si sono pronati completamente al puro dominio commerciale, burocratico e tecnocratico.

Ogni partito tradizionale (ed i suoi derivati) ha ormai omesso di avere dei principi e degli orientamenti. Il Cittadino si ritrova orfano, non ha più punti di riferimento e rappresentanti di “settore” e quindi nella peggiore delle ipotesi alterna voti a questo e quel partito, nella migliore si astiene … io ribadisco un concetto che esprimo da anni: due sono le possibilità, o si “invadono” i partiti o se ne fondano dei nuovi, freschi e liberi dall’elefantiasi politica, burocratica e tecnocratica.

Come espresso anche nell’articolo, da questi presupposti germogliano le richieste di nuove forme di democrazia: democrazia diretta, partecipativa, referendaria e via dicendo; quelli che sono i valori fondanti della Lista Civica Canturina in cui milito, Lavori in Corso.

Come espresso nell’intervista ormai la situazione si è capovolta, il numero degli insoddisfatti doppia ormai quello dei gratificati ed inoltre bisognerebbe analizzare bene, vista la natura burocratica del nostro sistema, tra questi compiaciuti quanti lo sono in quanto parte attiva dell’ingranaggio.

Il così detto “populismo”, il “Libero Pensiero” come preferirei definirlo, è un fenomeno che ciclicamente non può che ripresentarsi, la storia si ripete continuamente con le proprie storture e conseguentemente sorge chi ambisce a rettificare il percorso … oggi però i “padroni del vapore” si ritrovano a confrontarsi con timori molto più enormi di quanti ne  avessero i propri predecessori.

L’epoca attuale è alimentata, oltre che da una maggiore cultura, dal ruolo di Internet come fonte alternativa d’informazione e dall’importanza assunta dalle reti sociali.

Quanto appena elencato contrasta concretamente l’operato di quei partiti tradizionali che tentano di imbrigliare il “popolo ribelle”, di operare nell’addescamento degli insoddisfatti, li limitano nell’attuazione di nuove opere di “fascismo”, più o meno cruento e/o lampante  che sia.

Nell’articolo de Benoist evidenzia un concetto che ormai diffondo, quale consolidato, da lungo tempo: “l’asse orizzontale è stato rimpiazzato da uno verticale: il popolo contro le élite, ‘ciò che sta in basso’ contro ‘ciò che sta in alto’.”

Prosegue poi con un altro concetto a me caro: “Le persone hanno ormai l’impressione che uomini ‘di destra’  e ‘di sinistra’ siano sostanzialmente legati alle stesse idee, e che a variare siano solamente le scelte dei mezzi per raggiungere gli stessi obbiettivi”.

Al termine della disamina il pensatore francese traccia le conseguenze pratiche di questa sorta di ribellione non ancora esplosa completamente: “La vittoria del populismo segna l’ora del declino dei grandi partiti governativi, che in passato si stagliavano sulla scena politica ma oggi non rappresentano altro che frazioni elettorali sempre più ridotte. Il Grecia, l’arrivo al potere di Syriza ha quasi fatto scomparire l’antico partito socialista, il Pasok. In Austria, le ultime elezioni presidenziali hanno visto opporsi un populista e un ecologista. Nei Paesi Bassi, nelle ultime elezioni il partito socialista ha perso ventinove deputati su trentotto. In Francia, il partito socialista sarà per la prima volta assente al secondo turno delle elezioni presidenziali, e potrebbe accadere la stessa cosa agli avversari ‘repubblicani’. Partiti che, alternandosi, sono stati al governo per più di trent’anni”.

Che ora il tutto si sviluppi in modo evidente anche in Italia è la mia speranza.


Giorgio Bargna

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