martedì 8 agosto 2017

L'aperitivo

Già in altri miei articoli ho scritto, decantato dei bar, del loro significato sociologico, del loro valore "taumaurgico".
Spendiamo oggi qualche chiacchiera, più o meno fondata ed apprezzabile, su uno degli eventi social che hanno caratterizzato gli ultimi anni: l'aperitivo o, per essere più precisi, le sue evoluzioni moderne, l’apericena e l’happy hour; due varianti moderne degli aperitivi, accomunate dall’intento di rendere ancora più allettante il momento più atteso del giorno. L'italiano, si tratti di spritz, prosecco o cocktail è attratto senza dubbio da questo cerimoniale, e non si tratta certo solo di bicchiere e libagioni, si tratta sicuramente di un cerimoniale sociale e di un "premio" autoattribuito alla fine di una dura giornata lavorativa.

Non c'è da meravigliarsi, l'italiano è di principio un animale sociale, socializzante. Da sempre ha trovato validi motivi per riunirsi in piazze e locali, con o senza una motivazione importante o logica se non la socializzazione. L'aperitivo moderno è l'evoluzione della serie con il bicchiere tra le mani le chiacchiere scorrono fluide, la socializzazione ne trae profitto e si discute del frivolo e del solido degustando stuzzichini e cibo, gli italiani, si sa, sono dei buongustai.

Esplorando il web attraverso una breve ricerca scopro, inoltre, tramite questo articolo, che gli effetti del vino, croce e delizia di noi italiani, e delle altre bevande alcoliche sono noti e riguardano l’intero organismo, dallo stomaco al cervello, tuttavia, secondo i ricercatori dell’Indiana University, l’alcol agirebbe direttamente sul nostro cervello rendendolo più sensibile al profumo del cibo.

Vi è alla base del successo del moderno aperitivo anche una ragione essenzialmente economica.
Una cena consumata in un ristorante ormai è un evento economicamente poco sostenibile (soprattutto nelle grandi città), la formula dell’aperitivo, invece, prevede che il cliente paghi solo il prezzo di una consumazione, alcolica o meno: la bevanda sarà quindi servita con stuzzichini, pinzimonio e altro finger food di varia natura. Inoltre spesso e volentieri non entra in ballo un cameriere, si attinge il cibo direttamente al buffet, che spesso è basato su un’ampia scelta di primi caldi e freddi, insalate, tramezzini, cupcakes e chi più ne ha più ne metta.
La conseguenza diretta è che l’aperitivo spesso diventa una completa cena low-cost, cui gli italiani non sanno rinunciare.

Non so dirvi se questo articolo sia utile, so che da un aperitivo non sono mai tornato col muso ingrugnito.

Giorgio Bargna

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