sabato 25 marzo 2017

(Seconda) Lettera aperta a Claudio Bizzozero

Caro Claudio, ti scrivo per la seconda volta in pubblico.

In pubblico perché un messaggio privato scorre via o si cancella, in pubblico perché ho la speranza di poter fare il bene tuo, di LiC e di Cantù.

Parto da lontano; sin da piccolo ho sempre seguito la cronaca e la politica, ricordo ancora i servizi di Antonello Marescalchi dalle alture del Golan e le tribune politiche di Ugo Zatterin.

Ho sempre seguito la politica senza praticarla attivamente.
Da quel ribelle che sono ho sempre pubblicizzato e votato (giunta l'età) quei movimenti che uscivano dal coro.

L'Msi perché messo fuori dall' "Arco Costituzionale", libero da "mani in pasta" e guidato da un leader affascinante come il mio omonimo Almirante.

I Radicali in quanto liberali, libertisti, sempre esclusi e sempre avanti un passo verso il progresso intellettuale ... guidati da un altro personaggio di grande carisma, Marco Pannella.

La Lega della prima e della seconda ora, quella ribelle e quella guidata da colui che sembrava un guerriero e da Gianfranco l'inarrivabile.

L'MSI si è smontato a Fiuggi, i Radicali si sono persi in mille alleanze che hanno svanito i loro sogni, la Lega si è disciolta come neve al sole davanti al Campanile di S.Marco una mattina di Maggio.

Una domenica di dieci anni fa fui avvicinato, uscendo da Messa, dagli attivisti di "Lavori in Corso". Federalismo Municipale, Responsabilità, Partecipazione, musica per le mie orecchie...otto giorni dopo entro per la prima volta nell'allora sede di Via Milano; amore a prima vista per il movimento e per il suo leader, una passione che vivo ancora.

In questi anni ho imparato molto su come si vive in comunità, di come si decide in gruppo, su come si ama e vive una città, su come ascoltando chi la pensa in modo diametralmente diverso da te si possa apprendere.

In questi anni ho ammirato la tua capacità di trovare sempre una risposta, una sintesi; la tua abilità a trovare la risoluzione ai contrasti che le due anime di LiC (da sempre presenti) mettevano in scena.

Poi i cinque anni di amministrazione: sei stato Sindaco e sei stato Claudio.

Sarò di parte, ma ritengo tu sia stato (grazie anche a chi ti ha affiancato) il miglior Sindaco che Cantù abbia avuto (almeno negli ultimi trent'anni) e questo resterà sempre il mio attestato di stima per te.

Sei stato però anche Claudio ed è anche questa una cosa che ho amato ... poi sei diventato sempre più Claudio e qualche volta ho faticato a capirti.

Oggi sei troppo Claudio, utilizzando anche termini che mi avevi insegnato a non utilizzare, e questo troppo Claudio non giova a me, a Cantù, a Lic, a Francesco e a quanti hanno creduto in te e in noi.

Ti chiedo, smetti di essere troppo Claudio e torna ad essere quel "Faro" che ci ha illuminato per anni.

Ti chiedo di non farmi perdere un altro "leader" in cui credere, di cui fidarmi; di non farmi pensare che allora è inutile impegnarsi.

Con affetto,
Giorgio